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Suvvia, è una fake news, ha detto tutt'altro, NON di fare "docce fredde".
Stravolgere così il senso delle parole altrui è una stronzata da lasciare ai bimbiminkia.
TrameOscure
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E' interessante come la propaganda a basso costo isoli una dichiarazione/battuta irrilevante di un politico qualunque per farne un grande evento della Politica e una chiave di lettura del mondo. Nel 2022 dopo l'invasione dell'Ucraina si parla di risparmio energetico e di rendere l'UE meno dipendente dalla Russia per il rifornimento di gas, Margrethe Vestager fa una battuta qualunque e la "notizia" viene ripresa dalla stampa conservatrice (Spectator, "The West is on the road to energy") e da quella in lingua inglese della Cina (Global Times, China Daily) e della Russia (Russia Today), che ancora nel febbraio 2025 menziona questa circostanza nei suoi servizi su "The EUs worst enemies are its own Russophobic leaders".
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Che diplomatico... non è "interessante": è spregevole, faziosa e ipocrita manipolazione dei fatti per sobillare con sordida propaganda il popolino scemo e boccalone dei social network. La peste del XXI secolo. anzi, ti invito a non linkare 'sta spazzatura per non dagli visibilità.
TrameOscure
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In reply to this post by TrameOscure
Nono, ha detto testuali parole: "Controllate le vostre docce e quelle dei vostri figli adolescenti. E quando chiudete il rubinetto dite: Prenditi questo, Putin!". Una frase delirante. In un mondo non corrotto fino al midollo una del genere sarebbe stata spedita all'istante ad anni luce dalla politica attiva. |
In reply to this post by TrameOscure
A scanso di equivoci: una frase così delirante e imbarazzante non la metterei alla sezione controversie perché chiaramente non enciclopedica; al massimo in wikiquote.
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In reply to this post by TrameOscure
In realtà a me non sembra poi così diverso dal modo in cui la stampa occidentale seleziona le notizie per orientare l'opinione pubblica. La differenza sostanziale - e secondo me è una differenza importante - è che in Occidente la stampa è pluralista perché i condizionamenti politici sono relativamente pochi e limitati a contenuti marginali (sebbene sia condizionata dal mercato e dagli editori, il che non è affatto cosa di poco conto). Per contro, in Cina e Russia la stampa è condizionata politicamente, oltreché economicamente, cioè è censurata. Ma il modo in cui la stampa "libera" e la propaganda filorussa selezionano notizie per costruire narrazioni mobilitanti è sostanzialmente identico. Non penso che di per sé ci sia nulla di male: l'informazione (per fortuna) non è vincolata da WP:RILIEVO, anche perché in caso contrario la sua fruizione sarebbe altrettanto pallosa della lettura di Wikipedia. |
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In reply to this post by itawikinostra
Io non vedo nessun delirio ma solo una interpretazione esagerata, faziosa e propagandistica di un messaggio sensato e normalissimo... E non lo metterei nè su wiki, nè su quote, nè da nessun altra parte, in quanto irrilevante.
TrameOscure
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In reply to this post by Gitz
Questa non è selezione, è manipolazione e sovvertimento dei fatti a scopo propagandistico. Esattamente come su wiki che dici "bianco" e ti attribuiscono "elefante".
TrameOscure
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In reply to this post by Gitz
La stampa occidentale è un finto pluralismo di facciata.
La paragonerei a un cancello: rispetto a quello chiuso della stampa delle autocrazie è sì aperto, ma dà su un tunnel che sembra arioso ma diventa sempre più stretto che finisce comunque in un vicolo cieco; un tunnel fatto di finestre di Overton, fatti taciuti, gravemente distorti o semplicemente sepolti sotto l'opinione dell'editore e di chi lo finanzia, spettro del pensabile continuamente compresso, deligitimmazione e criminalizzazione del dissenso. È quindi un pluralismo finto e disinnescato presto dagli anticorpi del sistema, che lo rende irrilevante per un vero coinvoglimento del popolo in qualsiasi azione politica di una certa rilevanza. |
In reply to this post by TrameOscure
ma questo è il modus operandi della stampa occidentale da sempre! Ma davvero qualcuno è convinto che la nostra merda profumi? Suonare a Noam Chomsky, indirizzo "La fabbrica del consenso". Per dettagli vedere anche qui. |
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